
In ambito immobiliare si sente spesso parlare di categorie catastali. Probabilmente se stai cercando casa ne avrai a che fare spesso. Cerchiamo di fare chiarezza in merito a ciò.
Categorie catastali: che cosa sono
Gli edifici si suddividono in categorie catastali, al fine di poter determinare la cosiddetta rendita catastale. In Italia, le categorie catastali fanno parte di gruppi che vanno dalla lettera A alla lettera F e che identificano tutti gli immobili a seconda della loro destinazione d’uso.
In sostanza, le categorie catastali vengono usate per classificare gli immobili, al fine di attribuire loro una rendita catastale. La categoria è il risultato di tutte le qualità di un immobile, in base alle caratteristiche costruttive, d’uso e strutturali.
Quali sono le categorie catastali?
Ma quali sono le categorie catastali? Le A, B e C racchiudono gli immobili ad uso ordinario, riguardanti cioè il settore residenziale, ad uso urbano e del settore terziario. Ogni categoria ha anche delle sottocategorie, indicate con un numero: esisterà, dunque, la categoria A1, A2 e così via.
Esistono, poi, le categorie catastali D, E, ed F, che fanno riferimento agli immobili a destinazione speciale. Che cosa significa? Gli immobili che fanno parte del gruppo D sono grandi strutture produttive, del calibro di fabbriche, centri commerciali, ma anche ospedali; nel gruppo E troveremo attività pubbliche e di culto, mentre il gruppo F è dato dagli immobili a categoria catastale fittizia. La categoria F è forse la più complessa: si tratta, infatti, di un’assegnazione provvisoria, prima che l’immobile ottenga la sua destinazione di uso.
Come possiamo fare per riconoscere le categorie catastali? È necessario contattare degli esperti, oppure si può fare riferimento alla Conservatoria o all’ufficio del Catasto di una rispettiva provincia. Conoscere la categoria catastale di un immobile servirà ad avere un giudizio più chiaro su di esso: quanto può valere e dà che tipo di tassazione è interessato.